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Processione del Crocefisso 1806:
La Storia Ritorna, Ma Solo se i Cittadini le Danno Vita
San Possidonio –
Ogni anno, quando il centro del paese si riempi di drappi d'epoca e i figuranti in costume ottocentesco preparano la solenne Processione del Crocefisso, non assistiamo solo a un evento folcloristico. Assistiamo a un atto di memoria profonda, che rievoca il voto solenne del 21 agosto 1806. Eppure, mentre gli sforzi organizzativi crescono di anno in anno, è fondamentale porsi una domanda critica: quanto è forte la convinzione dei cittadini in ciò che viene rievocato? Il risultato finale, infatti, rischia di essere profondamente deludente se non sono i residenti stessi a credere nell'anima di questo evento.
L'Eredità del 1806: Quando il Popolo Salvò la Fede
La Processione non nacque come uno spettacolo, ma come un atto di resistenza e salvezza.
Nel 1806, sotto il dominio napoleonico, il Crocifisso conservato nella chiesa dei frati Cappuccini di Concordia sulla Secchia era destinato alla dispersione a causa delle soppressioni religiose. Fu solo grazie all'intervento del Marchese Pietro Tacoli che l'opera fu salvata e solennemente traslata nella Parrocchiale di San Possidonio.
Quella prima processione fu un grido comunitario di fede e un atto di coesione civica contro le minacce esterne. Rievocare oggi quel momento non significa solo indossare pizzi e tricorni, ma riconnettersi emotivamente con quello spirito di determinazione.
Uno Sguardo al Quotidiano del 1806: Il Pretesto Divulgativo
La Processione del Crocefisso è un’occasione straordinaria per l'approfondimento della vita quotidiana dell'inizio Ottocento. L'evento si trasforma in una lezione di storia all'aperto, arricchita da un grande sforzo culturale:
Non Solo Corteo: L’Impegno Culturale Diffuso: La dimensione divulgativa della Sagra si estende oltre la Processione. L’organizzazione, grazie alla sinergia tra Parrocchia, Comune e associazioni, include, quando le risorse lo permettono mostre e allestimenti tematici che esplorano archivi locali, costumi e materiali d'epoca. Inoltre, il percorso inizia simbolicamente dalla casa natale di Don Giuseppe Andreoli, martire del Risorgimento, collegando l'evento all'evoluzione storica del paese.
Moda e Società: I costumi dei figuranti, dagli abiti ricchi dei nobili (come il Battaglione Estense) ai vestiti più semplici del popolo, non sono mere vesti, ma etichette sociali che raccontano di un mondo rigidamente diviso.
Fede e Vita Pubblica: Il fatto che un'intera comunità si mobilitasse per un'opera sacra dimostra come la religione fosse il fulcro della vita civile e l'autorità morale in un periodo di grande instabilità.
La Processione era, ed è tuttora, un fondamentale atto sociale che unisce la comunità.
Il Cuore in Costruzione: La Resilienza Messa alla Prova
Per comprendere appieno perché questa rievocazione non può permettersi l'indifferenza, è essenziale guardare al passato più recente, segnato da un trauma che ha toccato ogni famiglia: il terremoto del 2012.
Durante il sisma, il simulacro originale del Cristo andò distrutto. Eppure, la comunità non si è arresa. Ha continuato a onorare il voto e ha raccolto le forze per realizzare un nuovo simulacro, un atto che non è stata solo una ricostruzione religiosa, ma una profonda dichiarazione di resilienza civica.
Questo dimostra la straordinaria capacità del paese di reagire e proteggere le proprie radici.
Il vero crollo, oggi, non sarebbe la perdita di un oggetto, ma la perdita dell'entusiasmo. Se la comunità è stata capace di ricostruire la Croce dopo il sisma, il vero fallimento sarebbe vedere questa tradizione svuotata dall'apatia.
L'Ombra della Delusione: Quando Manca l'Anima Civica
Una rievocazione storica si trasforma in un freddo spettacolo — in un "guscio vuoto" — quando viene percepita come un evento calato dall'alto, anziché come una manifestazione interna.
L'evento di San Possidonio è il frutto di uno sforzo di volontariato: dalle Parrocchie all'Amministrazione comunale, dalle associazioni che curano la logistica ai singoli cittadini. Ma se i figuranti sono pochi e stanchi, e se gli abitanti guardano il corteo dal balcone, la potenza emotiva si disperde. La storia non vive di performance isolate, ma di partecipazione collettiva.
L'Appello: Dalla Rievocazione al Vivere Insieme
La Processione del Crocefisso del 1806 è il DNA storico e spirituale di San Possidonio. Dietro ogni passo, c'è l'impegno a rendere onore a un voto antico. Per questo, l'appello è rivolto a tutti: non limitarsi ad applaudire o denigrare il lavoro degli altri, o a visitare distrattamente gli allestimenti, ma a credere nell'evento come parte integrante della propria identità.
Non si tratta di vestire un costume per un giorno, ma di rivivere quello stesso spirito di unità che permise di superare le soppressioni di Napoleone e la distruzione del terremoto. La Processione ha bisogno di possidiesi convinti ed anche di “turisti”. Solo attraverso la partecipazione sentita e l'orgoglio per le proprie radici, questa storia potrà continuare a camminare, forte e commovente, lungo le vie del paese.
L'anima della rievocazione siete voi: è tempo di riappropriarsene.

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