
Chiesa sotterranea
oggi Cripta dei Caduti
Di questa chiesa, sottostante alla bella e imponente opera settecentesca di cui noi Possidiesi possiamo andare fieri, non abbiamo purtroppo notizie storiche certe.
Si sono fatte solo supposizioni e scritte cose non solo non provate ma neppure verosimili.
S’ è detto che fosse la parte restante della chiesa Matildica semisommersa dalle alluvioni del Secchia, ma la tesi non sta in piedi per la semplice ragione che le fondamenta della chiesa attuale non possono essere su quelle vecchie del millecento inadeguate sostenere una tale mole.
Don BUSSETTI testimonia in un suo schizzo a matita, conservato nell’archivio parrocchiale, che durante la pavimentazione della cripta, da lui restaurata negli
anni 30, ha scoperto le fondamenta della vecchia chiesa
( probabilmente la matildica che dunque era più corta dell’attuale.)
In conclusione la chiesa sotterranea è contemporanea a quella di sopra
ed è nata dalle esigenze di fare in modo che la nuova costruzione, fatta molto più in alto del piano di campagna, non facesse la fine della precedente interrata dalle alluvioni.
Era ed è un vanto per noi Possidiesi dire che il pavimento della nostra chiesa è alto come l’argine del Secchia.
La chiesa parrocchiale domina con la sua mole il piccolo centro di
San Possidonio, impreziosendone la piazza con la monumentale abside e l'elegante campanile costruito tra il 1740 e il 1748. L'elegante facciata


volta a ponente. Una gradinata immette nella chiesa, il cui pavimento è sopraelevato rispetto alla piazza
La chiesa attuale fu costruita tra il 1764 e il 1794 col concorso dei parrocchiani e la volontà del marchese Achille Tacoli, feudatario di San Possidonio. Edificata su disegno di Francesco Iori di Reggio Emilia, sorge sul luogo di una chiesa matildica semisepolta dalle alluvioni del fiume Secchia. Durante i lavori di abbattimento dell'antica costruzione e gli scavi per le fondamenta della nuova, furono rinvenute a più di sei metri di profondità, le reliquie di San Possidonio che ora sono conservate nella chiesa.

San Possidonio, chiesa parrocchiale. Disegno ad acquerello del 1766 del pavimento a mosaico con inserti in opus sctile, XII secolo.Biblioteca Olivieriana Pesaro
La Parrocchiale di San Possidonio (Chiesa)
Titolo della Parrocchia: Prevostura
La Chiesa Parrocchiale, costruita nel 1764, conserva i resti della precedente Chiesa preromanica del Sec. IX.
La Chiesa, con elegante facciata, ha tre navate semplici ed austere
e un imponente cupola che poggia su massicce colonne rotonde.
Contiene altresì alcune opere d'arte di buon valore, tra cui un
pregevole quadro del 600, opera di Sante Peranda raffigurante Laura
Pico con San Possidonio.
Suggestiva la Cripta, seppure rimaneggiata, che rappresenta la parte
originale della Chiesa romanico matildica.
Attiguo alla Chiesa l'alto e snello campanile
(42 m compresa la croce secondo per altezza
nella diocesi di Carpi) gugliato, che rac-
chiude un concerto di 5 (cinque) campane
(unico della bassa), di cui la grossa del Ruf-
fini di Reggio Emilia, del 1764, e la altre del
Brighenti Cesare, di Bologna, del 1948:
recupero di guerra.
CAMPANE (descrizione)
Note Peso Kg Diametro cm Fonditore
MI natur. 850 111,5 Ruffini Giuseppe - Reggio E. 1764
La natur. 350 83 Cesare Brighenti - Bologna 1948
Si natur. 250 74 Recupero di guerra.
DO diesis. 170 66 << Ablatum tempore belli A.D. MCMXL - MCMXLV.
Restitutum publico sumptu A.D. MCMXLVIII.
Cioè; Requisite al tempo della guerra 1940 - 45,
restituite a pubbliche spese nel 1948 >>
Iscrizioni
, Hanc primam in SS Trinitatis alteramq. B. Mariae V, honorem solemni ritu sacrivat A.V.E. MCCLXIV (1764).
Santucs Deus, Sanctus Fortis, Santus Immortalis, miserere nobis, Achille Tacoli huius terrae Marchione curante ac largitore preaclaro
Ecclesie Parochi Soladitatum Cleri IX Canonicorum cupidissimique Populi elemosinis
veteris utriusque campanae, aere interfuso,
hasce qiunque campanas Fusores Ruffini Regii Lepidi efformarunt. A.V.E MDCCLXIV.
Rector Joannes Baptista Borlenghi I.D.V. atque Vicario Foraneo >>
Cioè;
<< Le cinque campane furono benedette con solenne rito del Vescovo e Principe di Reggio,
Mario dei Marchesi Castelvetro, di cui la prima in onore della SS. Trinità,
la seconda in onore della Beata Vergine Maria, nell'anno 1764. Santo Iddio, Santo Forte,
Santo Immortale, abbi pietà di noi! Achille Tacoli, Marchese feudatario di questa terra,
insigne benefattore, con le elemosine del Parroco, delle Confraternite, dei dei Canonici, di tutto il popolo, furono fuse le cinque campane dal Fonditore Ruffini di Reggio Emilia - Rettore e Vicario Foraneo Giovan Battista Borlenghi. >>
Le altre quattro campane, requisite da governo durante la guerra 1940-45, furono ripristinate nel 1948
e rifuse dal Cav. Cesare Brighenti di Bologna.
<< Sancte Possidoni, ora pro nobis. Tacoli Achille curante. Christus vincit, Christus regnant,
Christus imperat et ab omni male defendat. Amen. >>
Cioè: << S. Possidonio, prega per noi, curando la fusione Achille Tacoli, Cristo vince, Cristo regna, Cristo impera e ci difenda da ogni male. Amen!. >>
<< A peste, fame, et bello, libera nos, Domine.
Borlenghi Rector, Opus Ruffini Regii. A turbine, inundiatione, incendio, fulgure, et
tempestate, libera nos, Domine, A.V.E. A.D. MDCCLXIV.
Ablatum tempore belli A.D. MCMXL - MCMXLIV.
Restitutum publico sumptu A.D. MCMXLVIII >>.
Cioè: << Liberaci, o Signore, dal turbine, dall'inondazione, dall'incendio, dalla folgore e dalla tempesta. Anno del Signore 1764 >>.






Parrocchiale del S. Cuore ( San Domenico) fraz. Pioppa
Titolare : Sacro Cuore di Gesù
Compatrono: S. Domenico
Poco distante dall'oratorio di S. Domenico sorgeva la parrocchiale.
Attualmente, di proprietà pubblica, è officiato l'oratorio di S. Domenico,
che sorge nell'antica borgata della Pioppa, vicino al ponte Pioppa (già passo della Pioppa),
sul fiume Secchia. E' un grazioso Oratorio, recentemente restaurato, sul cui tetto in un trabiccolo è posta una campanella.
La Cappelletta
B. Vergine della cintura con santi, affresco di pittore locale della fine del XVII sc., venerata nella Cappelletta della fam. Cavicchioli.
La vergine in trono, con in braccio il Bambino Gesù, che esibisce la cintura;
ai lati, S. Giovannino e a dx, a 3/4, figura di San Possidonio vescovo.
L'opera è espressione della devozione verso la B. Vergine della cintura e,
come nel caso precedente, l'immagine del santo non è, e non vuole essere
quella principale.
E' tradizione , non si sa quanto attendibile, che in origine la scena, o parte
di essa, fosse dipinta su di un largo pilastro, attorno al quale venne poi
costruita la cappella; nel XVII Secolo vennero aggiunti una piccola sacrestia
e il portichetto. L'immagine è nota popolarmente con il nome di Madonna
delle febbri e gode nella zona di una devozione sentitissima, perché è
ritenuta miracolosa: fino a poche decine di anni fa si vedevano nella piccola
sacrestia innumerevoli ex voto a testimonianza di guarigioni e di grazie
ricevute.
Il giorno della festa della Titolare ( che è l'8 settembre ), per antica
consuetudine viene celebrata nella cappella una S. Messa e in antico, nel
piccolo prato antistante, si teneva una festa paesana a tipo sagra.
Avendo la chiesuola solo una piccola campanella ( ora non più ), la popola-
zione veniva avvisata dell'ora della messa con un " colpo di schioppo ".
La devozione della Madonna della cintura è propria dell'Ordine degli
Agostiniani; la cappellina e l'immagine si rifanno certamente all'azione
religiosa e di catechesi dei frati del vicino convento di S. Caterina, che
avevano introdotto fino dal sec. XVII, e forse anche da prima, nello Stato
dei Pico una Confraternita di questo titolo, più propriamente detta della
Consolazione. Queste Confraternite, fanno riferimento alla credenza di
S. Monica, madre di S. Agostino, alla quale la Madonna in una apparizione
aveva mostrato le sue vesti di lutto strette da una cintura.
La devozione alla Madonna cosiddetta della Cintura ebbe origine dal seguente fatto, così descritto dal Cazzani: «Santa Monica, madre di Sant'Agostino,
rimasta vedova, risoluta di imitare la Vergine anche nell'abito, la pregò di farle conoscere come vestisse dopo l'ascensione al Cielo del suo Divin Figliuolo.




Cave di Budrighello
A 4 Km da San Possidonio ci sono tre laghi,
pochi probabilmente lo sanno, alimentate
dalle acque di falda.
Sono facilmente raggiungibili anche in bicicletta,
una comoda pista ciclabile parte da San Possidonio e,
costeggiando via Matteotti, la raggiunge in tutta sicurezza.
Sono le Cave di Budrighellio, cave di argilla utilizzate fino
al 1974 per la costruzione di mattoni dalla Fornace di Pioppa.
Il proprietario, chiusa la fornace, le affidò al Comune di San Possidonio ora proprietario, che in collaborazione con l’Associazione delle Cave di Budrighello, iniziariarono a promuoverle a scopo naturalistico.
Ospitano una grande varietà di flora (salici, pioppi, olmi, canneti…) e fauna (germani reali, folaghe, gallinelle d’acqua, garzette, aironi cenerini, svassi, testuggini palustri, e numerosi pesci) in questo modo, viene favorito lo sviluppo di un ecosistema acquatico ricco e ben equilibrato. 90.000 mq composti da: tre laghi, un ampio parco che ospita specie autoctone, 6 km di sentieri in cui poter passeggiare liberamente.
L’Oasi è aperta al pubblico e, senza disturbare i pescatori soci dell'associazione, la si può visitare a piedi o in bicicletta, per chi la raggiuge in auto è stato predisposto, in mezzo al verde, un ampio parcheggio.
Bellissimo, oltre naturalmente al resto, il lago di ninfee, assolutamente da vedere.
Per ulteriori informazioni:
http://www.comune.sanpossidonio.mo.it/
http://www.unioneareanord.mo.it/servizi/centro-educazione-ambientale





