Erano piatti popolari (con le erbe del nostro territorio) improvvisamente hanno cessato di esistere, spariti da pensieri e tavole.
Frittelle di fiori di Sambuco
Il sambuco è un arbusto molto diffuso su tutto il territorio nazionale e i suoi fiori, ricchi di proprietà, sono utilizzati anche per la preparazione di infusi, sciroppi, liquori.
Le frittelle di fiori sambuco possono essere preparate sia in versione dolce che salata:
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per la versione dolce (la più conosciuta) seguite la ricetta di seguito riportata dove troverete l’aggiunta di zucchero nella pastella;
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se invece volete sperimentare la versione salata dovrete semplicemente omettere lo zucchero lasciando invariati gli altri ingredienti (ed eventualmente aggiungere il sale a piacimento una volta cotte)
Se preferite invece una ricetta tutta vegetale, adatta a chi segue una dieta vegana o a chi è intollerante alle uova, basterà escludere quest’ultime dagli ingredienti e aggiungere un po’ più di acqua, quel tanto che basta per rendere la pastella liscia e fluida.
Ingredienti Dosi per 6 persone
16 fiori di sambuco
150 gr di farina 1
30 gr di zucchero di canna
2 uova medie
100 ml di acqua
1 L di olio di semi di girasole
zucchero di canna a velo q.b.
Preparazione
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Recidere i fiori, sciacquarli sotto l’acqua corrente e porli a testa in già su un canovaccio pulito e non lavato con ammorbidente,
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nel frattempo preparare la pastella mescolando in una ciotola le uova con lo zucchero, a seguire unire anche la farina e l’acqua,
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immergere i fiori a testa in giù nella pastella e a seguire friggerli sempre a testa in giù nell’olio bollente,a cottura ultimata mettere le frittelle su carta da cucina per far assorbire eventuale olio in eccesso.
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Servire le frittelle di sambuco ancora calde spolverizzate con dello zucchero a velo.
Minestra con borsa del pastore
Ingredienti: per 4 persone
400 g di foglie giovani di borsa del pastore
20 g di burro
3 uova
3 cucchiai di parmigiano reggiano
grattugiato
sale
un pìzzico di noce moscata
un litro dì brodo
250 g di pasta tipo gramigna
Preparazione:
Mondare e lavare le foglie di borsa del pastore, tritarle e farle appassire in una casseruola con 20 g di burro.
Unire le uova sbattute con tre cucchiai di parmigiano reggiano e un pizzico di noce moscata.
Sempre mescolando, aggiungere circa un litro di brodo, regolare di sale e portare a ebollizione.
Tuffarvi la pasta e portare a cottura.
Servire ben calda.
(Ricetta tratta da: Erborare, cucinare 300 ricette con le erbe di M.L. Rapaggi, edizioni Edagicole)
Frittata di tarassaco e cipolle
Prima di parlarvi della preparazione, dovete sapere che Il tarassaco, comunemente conosciuto col nome di dente di leone o piscialetto, è una pianta officinale molto nota per le sue rinomate proprietà depurative e antinfiammatorie, e quindi insieme alla cipolla è in grado di stimolare la diuresi favorendo l’eliminazione dei liquidi in eccesso.
La frittata di tarassaco e cipolle è un secondo gustoso, sfizioso, di facile e veloce realizzazione preparata con foglie di tarassaco rigorosamente fresche, uova, e pochissimi altri ingredienti. Può essere servita come antipasto se tagliata a cubetti o anche come piatto unico nelle nostre cene. Inoltre può essere tagliata per farcire dei gustosissimi panini.
INGREDIENTI
150 grammi foglie di tarassaco
q.b. olio di oliva
1 spicchio aglio
6 uova
1 cipolla piuttosto grossa
q.b. sale
q.b. pepe
q.b. noce moscata
Preparazione:
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Raccogliere il tarassaco ( le foglie da ottobre ad aprile, da consumare fresche in cucina) facendo attenzione al luogo in cui lo raccogli perché dovrà essere lontano da fonti inquinanti.
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Pulirle dalla parte di scarto, lavandole accuratamente sotto l’acqua fresca e messe in una padella antiaderente assieme a 2 cucchiai di olio e 1 spicchio di aglio.
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Far saltare in padella per 5 minuti e fino a quando le foglie del tarassaco si presentano flosce, poi toglile dalla padella, elimina l'aglio e mettile da parte in un piattino.
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Nel frattempo pulire la cipolla , lavarla e tagliarla a rondelle piuttosto sottili, quindi fatela soffriggere nella padella precedentemente usata con 2 cucchiai di olio.
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Rompere le uova intere in una ciotola e sbatterle fino a quando formano un composto omogeneo, quindi versare il formaggio, il sale, pepe, noce moscata e mescolare molto bene.
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Per ultimo versare le foglie di tarassaco, la cipolla soffritta e fare amalgamare bene il composto.
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Nella padella usata in precedenza versate una generosa spruzzata di olio di oliva, il composto a base di uova e a fuoco medio fate rapprendere da una parte la frittata.
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Quando la frittata comincia ad assumere un bel colore dorato, con l’aiuto di un piatto o un coperchio girate la frittata e fatela rapprendere anche dall’altra parte.
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Quando la frittata è cotta, su un grosso piatto da portata posizionate vari strati di carta assorbente da cucina e adagiatevi la frittata ( con questo sistema l’ olio in eccesso verrà assorbito, e la frittata è pronta per essere consumata e digerita senza grossi problemi ).
I CALZAGATTI o Polenta “imbrucada”- “Paparuccia”
ZONA TIPICA DI PRODUZIONE : MODENA E TUTTA LA PROVINCIA
Ingredienti (dose per 6 persone)
250 gr di fagioli secchi
400 gr di farina di granturco
1 cipolla
1 gambo di sedano
1 carota,
2 cucchiai di conserva di pomodoro
olio, sale e pepe
Preparazione:
I fagioli borlotti vanno mesi a bagno la sera prima. Dopo la bagnatura metterli in una pentola con acqua fredda, sopravanzando di cm 6 i fagioli, perchè, cuocendo, continueranno a gonfiarsi. Portare a bollitura, schiumare il brodo e far cuocere lentamente, coperto, per circa due ore e mezza. In un tegame capiente a parte, o nel paiolo, mettere l'acqua di cottura dei fagioli che servirà per cuocre la "farinata".
Si usano circa 200 gr di farina di granturco, macinata grossa, per litro di brodo. Si "cala" la farina quando il brodo sta per bollire, si mescola di continuo per una mezz'ora. A parte si prepara il soffritto con un po' di olio, la cipolla, il sedano, la carota, la conserva di pomodoro e i fagioli cotti.
Fare stufare e insaporire per una decina di minuti. Aggiustare di sale e pepe e versare nella farinata che continuerà a cuocere a fuoco lento fino a giusta consistenza. Deve essere un po' più tenera di una normale polenta . Si serve calda come una comune minestra oppure da fredda si taglia a fette che si possono abbrustolire o friggere.
(Ricetta tratta dalla pubblicazione "L'ANIMA E LA GOLA" a cura del Consorzio Modena a Tavola)





